ETNA & VINO (parte 1)

ETNA

“A MUNTAGNA”

“IDDA”

Foto di Daniel su Unsplash

L’Etna è un puzzle di Contrade delimitate da diverse colate laviche che si sono susseguite nei millenni.

CORSO ETNA

Quello che presento in questa sezione è un lavoro di raccolta di informazioni relative ad alcune tenute vinicole del territorio etneo tratte dai relativi siti web. Possono essere appunti utili per un ripasso delle singole lezioni del Corso proposto dalla Fondazione Italiana Sommelier.

Le cantine presentate nel primo incontro sono: BENANTI - CALABRETTA - FEDERICO CURTAZ - BARONE DI VILLAGRANDE - COTTANERA - CASTELLO DI SOLICCHIATA.



BENANTI

Tenuta Monte Serra

Viagrande CT

 

TERRITORI

Milo (Etna est),

Castiglione di Sicilia (frazione Rovittello, versante nord)

Viagrande (sud-est) 

Santa Maria di Licodia (sud-ovest, in gestione)

 

Antonio e Salvino Benanti - Papà Giuseppe farmacista , imprenditore farmaceutico catanese classe 1945, Cavaliere del Lavoro ed Accademico Aggregato dei Georgofili Origini bolognesi inviati in Sicilia da Vittorio Amedeo d’Aosta

Enologo  Enzo Calì (classe 1975), etneo, dipendente dal 2004, collaborazione con autorevoli enologi e professori di enologia provenienti dalle Langhe e dalla Borgogna

Inizi fine OttocentoNel 2002 Benanti produce il primo spumante metodo classico dell’Etna da uve Carricante. Nel 2005 invece l’azienda avvia una lunga ed importantissima sperimentazione che porta nel 2010 alla selezione ed all’ottenimento del brevetto di quattro lieviti autoctoni. Ancora oggi, esempio unico sull’Etna.

Vini prodotti “Spumanti Metodo Classico”:

Noblesse, Terre Siciliane IGT Carricante Spumante Metodo Classico Brut, millesimato (100% Carricante) IGT 

 Lamorèmio, Etna DOC Spumante Rosato Metodo Classico Brut, (100% Nerello Mascalese) “Tradizionali” (uve selezionate da più contrade e versanti)  

VINI

Etna Rosato Benanti, S.E Etna DOC Rosato (100% Nerello Mascalese) – Clima di montagna ed alta collina, umido e piovoso nella stagione più fredda, elevata ventilazione ed escursioni termiche rilevanti. Presenta un colore rosa antico. Al naso è intenso, delicato, floreale con sentori di ginestra e fruttato con sentori di more e ciliegie. Al palato è secco, fresco, sapido, minerale, leggermente tannico e con persistenza aromatica di frutti rossi.

Etna Rosso Benanti, Etna DOC Rosso (c.80-90% Nerello Mascalese + c.10-20% Nerello Cappuccio) “Selezione Contrade” (uve selezionate da singole contrade): - Contrada Calderara Sottana versante nord dell’Etna, nel territorio del Comune di Randazzo (CT), ad un’altitudine di quasi 700 m. s.l.m.
Contrada Dafara Galluzzo
versante Nord dell’Etna, all’interno del territorio del Comune di Castiglione di Sicilia (CT). Contrada particolarmente vocata per il Nerello Mascalese. Altitudine: 750 m s.l.m.
Contrada Cavaliere
, Etna DOC Bianco (Etna S-O) (100% Carricante) versante sud-ovest dell’Etna, territorio del Comune di Santa Maria di Licodia (CT). Contrada particolarmente vocata per l’elevata altitudine e l’abbondante luminosità. Circa 950 m s.l.m. Spalliera/Guyot La fermentazione si svolge per circa 12 giorni ad una temperatura controllata in serbatoi di acciaio, ricorrendo ad uno specifico lievito autoctono selezionato in vigna e cantina dopo una lunga sperimentazione. Il vino è lasciato maturare in vasca sulle fecce fini con bâtonnages periodici per 12 mesi prima di essere imbottigliato.

Di colore giallo paglierino con accesi riflessi verdi. Fruttato con sentori di zagara e di mela matura • Secco, minerale, armonioso con una piacevole acidità e persistenza aromatica con retrogusto di anice e mandorla.

, Pietra Marina Etna Bianco Superiore (Etna E) (100% Carricante in purezza) 800m s.l.m versante Est dell’Etna all’interno della municipalità di Milo.(Contrada Rinazzo).

Elevatissima ventilazione ed escursioni termiche rilevanti.

 Sin dal primo giorno Giuseppe Benanti ha coltivato l’ambizione di dimostrare l’enorme potenzialità del Carricante di Milo Questo vino, il cui nome richiama il paesaggio vulcanico, la pietra focaia, la mineralità ed infine la sapidità della brezza marina, è ormai considerato uno dei bianchi più tipici, eleganti e longevi del panorama vitivinicolo italiano.

 Il vino è lasciato maturare in vasca d’acciaio con le proprie fecce nobili per circa 30 mesi, con frequenti, periodici bâtonnages prima di passare in bottiglia, dove affina per almeno 12 mesi.

Contrada Cavaliere, Etna DOC Rosso in purezza(Etna S-O) Nerello Mascalese in purezza Comune di Santa Maria di Licodia (CT). Contrada particolarmente vocata per l’elevata altitudine (900 m s.l.m.) ed abbondante luminosità. Il vino matura in tonneaux di rovere francese per 12 mesi e successivamente in acciaio prima di essere imbottigliato per un ulteriore affinamento di 10 mesi.
Alla vista, appare di colore rosso rubino. Al naso è etereo, speziato, con sentori di frutta rossa. Il palato è secco, pieno, tannico, persistente, armonico.

Nerello Mascalese ) Contrada Monte Serra, Etna DOC Rosso (Etna S-E) (100% Nerello Mascalese) – versante sud-est dell’Etna, nel territorio del Comune di Viagrande (CT). Altitudine 450-500 m. s.l.m.

 Contrada Dafara Galluzzo, Etna DOC Rosso (Etna N) (100% Nerello Mascalese) – ricco di “ripiddu” (scheletro di pomice di piccole dimensioni) e di minerali, a reazione sub-acida.

Nerello Cappuccio, Terre Siciliane IGT Rosso (Etna S-O) (100% Nerello Cappuccio in purezza da Contrada Cavaliere. Vinificato solo in acciaio, paragonabile a un Cabernet Franc della Loira- nota erbacea speziata – grande mineralità.

AGGIUNGO

 Oggi il Disciplinare  ha eliminato il limite massimo di acidità per il Bianco Superiore per cui si può ottenere più freschezza, più longevità.

·      Non c’è la DOC DOCG

                                                     Creata con IA

·     

FEDERICO CURTAZ

Valdostano Nato a Brusson ai piedi del Monte Rosa 

Nonna Monferrina – Ha lavorato con Libera di don Ciotti

 

CENNI STORICI

Federico Curtaz è un personaggio insolito nel mondo del vino. Ha un carattere riservato, da vero montanaro, un tratto romantico e una certa schiettezza.

Si diploma agronomo ad Asti dove in seguito insegna. Nel 1983 conosce Angelo Gaja con cui collabora per 15 anni come agronomo. Dopo vari incarichi di consulenza in giro per il mondo si innamora della Sicilia e della sua storia, cultura e vini. Ha avviato un progetto congiunto con una nuova azienda vinicola sull’Etna, dove è appena iniziata una vera e propria rinascita.

Nel 2015 si separa dal progetto per avviare la propria omonima azienda vinicola.

 Affitta e gestisce 3 piccoli vigneti separati, vicino a Noto per le sue uve Nero d’Avola; sulle pendici orientali dell’Etna, vicino a Milo, per le sue uve Carricante e sulle pendici meridionali, vicino a Biancavilla per il suo Nerello Mascalese.
Il 2015 è stata la prima annata. La produzione è minuscola e si aggira oggi intorno alle 10.000 bottiglie.

Federico Curtaz Etna Bianco Gamma è Carricante 100% che viene vinificato e affinato in acciaio. E’ un vino bianco raro, di grande finezza, asciutto e verticale Si presenta nel bicchiere con un bel colore dorato luminoso. Il vino è solido in bocca, dall’intensità tesa e decisa. Ha un carattere fortemente minerale che termina con sentori di pietra focaia e grafite. Federico Curtaz Etna Bianco Gamma è un vino dritto con frutta che ricorda gli agrumi e la pera croccante. Gamma abbraccia pienamente il suo DNA vulcanico e promette una lunga durata

E con l'Etna Bianco A'Puddara (Tenuta di Fessina) e poi Gamma e Kudos (Azienda Agricola Federico Curtaz) ha costruito un modello di riferimento.

Sorride quando gli dicono che il vino in acciaio o in anfora è più naturale che in legno, uno strumento utilizzato da duemila anni. Oggi sull'Etna se non hai l’anfora sei out, afferma Curtaz. Però poi ti ritrovi tanti vini che non sanno di Etna, manca una verifica tra noi produttori.

“C’è un bisogno enorme di specializzazione”, dichiara ancora  Curtaz - “In questo momento tante aziende stanno facendo i propri vigneti e anche se il messaggio di Salvo Foti sull’alberello è stato importante, vedo che si sta passando al sistema della spalliera.”

 “Mi è sempre piaciuto", continua Curtaz,”  dare il centro del vino con i vigneti dell’Etna sud. L’ unico che aveva capito questo è stato Benanti, io l’ho ripreso 10 anni dopo. Gli Etna Bianco Pietramarina95, ‘96 o ‘97 erano semplicemente straordinari e li dobbiamo ringraziare per questo. Dieci anni dopo (per produrre A’ Puddara con Tenuta di Fessina, ndr) sono ripartito con la stessa concezione: vigneto del sud cui ho aggiunto l’anima acida di Milo. Così ho sviluppato la mia sensibilità. L’unico gesto di coraggio è stato proporre vini 100% in legno.” 

MUSUMECI Carricante

I vigneti si trovano a Milo, sul versante est dell’Etna, ad un’altitudine di 950 metri s.l.m. Si presenta di colore giallo paglierino dai riflessi verdi ed esprime profumi erbacei, sentori di timo limonato ed agrumi e note di vaniglia e cera( 80 euro)

ETNA ROSSO DOC TENUTA DI FESSINA - - Nerello Mascalese "Il Musmeci" 2015. Si presenta di colore rubino scarico dai riflessi granati ed esprime profumi variegati che spaziano dalla frutta rossa sotto spirito al sottobosco, da sentori di mentolato e balsamico alla cenere e alla liquirizia, con note di tabacco, capperi e rosmarino.

 A PUDDARA zona di produzione: Biancavilla  A PUDDARA è un cru di Carricante per un Etna DOC Bianco. Dedicato alle stelle che si avvistano dal mare sulla vetta del vulcano in estate, le Pleiadi, dette in dialetto “A’ Puddara”, la chioccia, è un vino rigoroso e delineato come la cima della Montagna che si staglia nella notte.

 PURGATORIO Nerello Mascalese 80% - Nerello Cappuccio 20% Questo vino è una lettura dell’Etna in chiave piemontese dove acidità e volume giocano un grande ruolo.

 

CALABRETTA

Randazzo (CT)

 

 La Storia dei Calabretta

“Il futuro è riscoprire il passato con uno sguardo alla modernità” (Massimiliano Calabretta)

L’ingegner Massimiliano Calabretta ha venduto i suoi vini in tutto il mondo, abitando a milleduecento chilometri di distanza dalle sue vigne e convincendo i propri clienti con una conoscenza profonda, galileiana, approfondita e tassonomica del territorio, della vinificazione e dei suoi vini. 

All'inizio del 1900, Gaetano Calabretta e sua moglie Grazia acquistarono i primi terreni e restaurarono quelli ereditati, dando inizio all'azienda vinicola Calabretta1. Tra gli anni '20 e '30, gran parte della loro produzione veniva venduta nel nord Italia, tanto che la famiglia possedeva due negozi in Liguria, a Santa Margherita Ligure e Rapallo1.

Dopo la seconda guerra mondiale, il figlio Salvatore prese le redini dell'azienda, ampliando le proprietà e rilanciando l'attività insieme alla moglie Concetta, anche lei proveniente da una famiglia di viticoltori1. Negli anni '90, il figlio Massimo e il nipote Massimiliano si unirono all'azienda, introducendo nuove energie e investimenti mirati2. Riorganizzarono la cantina e iniziarono a commercializzare il vino Calabretta a livello internazionale2.

Oggi, l'azienda produce sia vini tradizionali, come l'Etna Rosso invecchiato e il rosato "Pista & Mutta", sia vini moderni, come i monovitigno, i vini di contrada e i bianchi. La cantina Calabretta è caratterizzata da una struttura su più livelli, compreso un piano interrato scavato nella roccia lavica che garantisce condizioni di temperatura e umidità ideali per l'affinamento dei vini.

 Come viene affinato il vino nella cantina Calabretta:

  • Cantina su più livelli, compreso il sottosuolo: La cantina Calabretta è strutturata su più livelli, con una parte sotterranea scavata nella roccia lavica [1, 2].

  • Temperatura e umidità ideali e naturali: La struttura sotterranea della cantina offre condizioni di temperatura e umidità naturalmente ideali per l'affinamento del vino, senza la necessità di interventi artificiali, come l'aria condizionata [1, 2].

  • Botti di legno di rovere di Slavonia: Per l'affinamento dei vini, Calabretta utilizza botti di legno di grandi dimensioni realizzate in rovere di Slavonia [2]. Queste botti favoriscono un affinamento lento e tradizionale, consentendo al vino di sviluppare complessità e struttura nel tempo [2].

  • Precipitazioni naturali e affinamento: Le grandi botti di legno consentono le precipitazioni naturali di fecce e tartrati durante l'affinamento, contribuendo alla struttura e alla complessità del vino [2].

Barrique per piccole partite: Calabretta utilizza anche barrique di più passaggi per l'affinamento di piccole partite di vino, aggiungendo ulteriore complessità e sfumature aromatiche .

Calabretta produce vini che riflettono la tradizione e il territorio dell'Etna, utilizzando pratiche di coltivazione sostenibili e un approccio di cantina naturale.

  • Fermentazioni naturali: Calabretta si impegna a mantenere un ambiente di cantina naturale, evitando la circolazione forzata dell'aria per preservare batteri e spore benefici. Questo approccio favorisce fermentazioni alcoliche e malolattiche spontanee, contribuendo alla complessità e al carattere unici dei vini .

  • Imbottigliamento e confezionamento moderni: La cantina è dotata di un moderno sistema di imbottigliamento e confezionamento che include l'immissione di CO2 per ridurre la presenza di aria e minimizzare il rischio di odore di tappo. Questo garantisce che i vini mantengano la loro qualità e freschezza dopo l'imbottigliamento

In sintesi, l'affinamento del vino nella cantina Calabretta è un processo che combina tecniche tradizionali e tecnologie moderne, con un'enfasi sulla naturalità e il rispetto per le caratteristiche uniche del terroir vulcanico. Questo approccio si traduce in vini di alta qualità che esprimono la tipicità e la ricchezza del territorio etneo.

 Il Rosato di Calabretta è un vino rosato con le vesti di un rosso, ottenuto con l'arcaico metodo "pista & mutta" che prevede pigiatura e immediato travaso senza contatto con le bucce. Al naso si respira la macchia mediterranea, contornata da piccoli frutti rossi-neri, note floreali e timbri minerali.

Alcuni dei loro vini

Il Piede Franco di Calabretta è un vino rosso esplosivo e maestoso. Ampio, complesso e tannico, porta con sé un velo austero e profondo che lo rende incredibilmente unico e affascinante. La chiusura è persistente, con una piacevole freschezza sapida e minerale che aiuta la beva.

Il Nerello Cappuccio di Calabretta è un vino rosso pieno ed elegante. Dalla trama tannica vellutata, rivela una struttura importante, ma dotata di mineralità e freschezza che gli donano beva e dinamicità. Il finale è equilibrato e dolcemente aromatico.

Monovitigno Minnella. Vino bianco vulcanico di bella beva. Fruttato, vegetale e agrumato, si destreggia agile tra freschezza e mineralità, rendendolo un vino di infinità piacevolezza e che riuscirà a dissetarvi in qualsiasi situazione. 

Nonna Concetta -Nerello mascalese. Vino rosso intriso di autenticità sicula, frutto di rarissime viti coltivate a piede franco che danno alla luce un vino stupendo e austero. Tannico e sapido al punto giusto è dotato di una lunghezza che non ha eguali. Meglio dimenticarlo in cantina per qualche anno.

 

BARONE DI VILLAGRANDE

 Milo - CT

La cantina Barone di Villagrande ha una lunga storia, con il primo vino che porta l'etichetta "Barone di Villagrande" risalente al 1727. La cantina è sempre stata gestita dalla famiglia Nicolosi Asmundo. Attualmente, è il giovane Marco a portare avanti la tradizione vinicola della famiglia.

Ecco alcuni punti importanti sulla storia della cantina:

  • La cantina si trova in Contrada Villagrande, una zona nota per la produzione di Etna Bianco Superiore, il primo vino Etna Bianco D.O.C. riconosciuto nel 1968.

  • La famiglia ha creato un piccolo relais all'interno della tenuta con vista sul primo vigneto di Carricante.

  • Hanno anche investito in un territorio speciale come Salina, noto per la produzione di Malvasia.

  • L'approccio della famiglia a Contrada Villagrande è quello di imparare dal passato, ma con l'obiettivo di migliorare costantemente per il futuro.

 

La cantina Barone di Villagrande produce Etna Bianco, in particolare Etna Bianco Superiore.

La contrada Villagrande, dove si trova la cantina, è nota per la produzione di questo vino e nel 1968 è stata la prima zona a ottenere la denominazione D.O.C. per l'Etna Bianco Superiore. Le fonti menzionano anche la Malvasia prodotta a Salina. Il Vino Etna Bianco, in particolare l'Etna Bianco Superiore, è strettamente legato alla storia della cantina Barone di Villagrande. Questo vino è tipicamente prodotto con il vitigno Carricante, come evidenziato dalla presenza del primo vigneto di Carricante nella tenuta .

Non producono vini in purezza.

VINI

ETNA ROSSO

Milo Contrada Villagrande (700 m)
Sud-Est - Nerello Mascasele 80%, Nerello Cappuccio e Nerello Mantellato 20%
Impianto Guyot
Affinamento in botti di castagno da 500L per 24 mesi e un anno in bottiglia.

La prima cosa che si percepisce è il profumo del vulcano, fiori e frutta, note balsamiche derivanti dai due anni passati nelle botti di castagno. Un castagno a chilometro zero, che arriva proprio dai boschi della tenuta La sensazione al palato è sorprendente, perché il tannino del legno si associa a un inusuale tocco di vivacità.

ETNA BIANCO Contrada Villagrande

Si dice che la Sicilia è una terra di contrasti, e lo è anche questo vino. Il profumo ti lascia intendere sensazioni secche, nette, ingentilite da note floreali e di frutta a polpa bianca. Invece, al primo sorso è fresco e diretto, al tempo stesso avvolgente.

 Contrada Monte Arso (820-870 m).
Sud - Nerello Mascalese 80%, altre varietà minori 20%.
Alberello con pali di castagno dell’Etna, 7000 ceppi per ettaro, resa 40 ettolitri per ettaro.
– Affinamento in botti di castagno da 500L per 12 mesi e un anno in bottiglia.
Rosso rubino, brillante e fluido con sentori floreali, di viola, frutti rossi e note erbacee. Tannino delicato, caldo.


COTTANERA

Castiglione di Sicilia (CT)

Passeggiando tra i vigneti della nostra cantina è possibile incontrare dei cumuli appuntiti di pietra lavica, che si distinguono nel paesaggio e incuriosiscono i visitatori. Prendono il nome di piramidi dell’Etna e rappresentano uno degli importanti elementi che raccontano la storia del “Vulcano”. 

L'azienda nasce negli anni '90 quando i fratelli Guglielmo ed Enzo Cambria riprendono l'attività iniziata dal padre Francesco negli anni '60, decidendo di convertire quello che era un vasto noccioleto in un grande vigneto e avviando il rinnovamento.

 Attualmente, l’azienda si estende nei dintorni di Castiglione di Sicilia e gestisce un vigneto esteso su una superficie di 110 ettari, situato ad un’altitudine di 800 metri sul livello del mare.

La filosofia di Cottanera è radicata nella valorizzazione della terra vulcanica e nella promozione del concetto di lavoro di squadra. Questi principi sono dimostrati e consolidati dalla passione e cura delle vigne.

L’obiettivo centrale di Cottanera è tradurre la vocazione territoriale in vino, evidenziando le peculiari differenze offerte da ciascuna contrada nelle uve prodotte. Ciò si riflette nell’applicazione di metodi artigianali che sfruttano le potenzialità di un ambiente unico, senza apportare modifiche eccessive alla sua natura originale. 

La missione di Cottanera, nobile e profonda, è far risuonare la voce del territorio, nel vino. Questa missione è incanalata attraverso il rispetto e la valorizzazione della terra e del territorio, culminando in un processo di produzione vinicola che riflette l’essenza autentica della regione vulcanica dell’Etna.

Il risultato di questo processo è una selezione di vini caratterizzati da una profonda determinazione, equilibrio e piacevolezza. Tra questi si annoverano: l’Etna Bianco, il Barbazzale Bianco e l’Etna Bianco Contrada Calderara; il Barbazzale Rosso, l’Etna Rosso Contrada Diciassettesalme, l’Etna Rosso Contrada Feudo di Mezzo, l’Etna Rosso Riserva Contrada Zottorinoto, il Sole di Sesta e L’Ardenza; inoltre, vengono prodotti l’Etna Doc e l’Etna Doc Spumante Brut.

Intervista a Fabrizio Fiorino, enologo di Cottanera.

Qual è il tuo approccio al territorio?

Parlare di Etna significa parlare di assoluta biodiversità, ogni microambiente, ogni piccolo fazzoletto di terra è diverso dell’altro per la molteplicità di fattori ambientali, naturali ed umani che lo caratterizzano. La cura del territorio è assoluta e quasi maniacale.

Qual è il vitigno che più ti mette a dura prova?

Il Nerello Mascalese sicuramente; più che a dura prova, però, direi che mi da tanta possibilità di studio  vista la sua grande versatilità:

Quale vino invece sei felice di aver “ creato”?

Sicuramente ciò che maggiormente mi rende orgoglioso è di aver partecipato alla zonazione aziendale ed aver contribuito nella scelta di Cottanera di parcellizzare le vinificazioni proveniente da ogni singola contrada, anche da diversi appezzamenti della stessa contrada, al fine di esaltare le differenze e le peculiarità che ogni angolo di questo territorio trasmette alle vigne.

Quando si passerà alla Docg?

Il mio auspicio è che la denominazione Etna possa presto divenire Docg, tuttavia il percorso è ancora lungo e certamente dovrà iniziare dalla volontà della gran parte dei soci/produttori del consorzio di tutela dei vini Etna Doc.

Etna Rosso Doc Riserva Contrada Zottorinoto
100% Nerello Mascalese - Il cru Etna Rosso Riserva contrada Zottorinoto è un vino dal colore rubino granato brillante. Al naso le note floreali e di erbe mediterranee danno respiro ai sentori di frutta tra cui spiccano mirtilli, lamponi e more di rovo avvolti in una speziatura di vaniglia e tè nero. Al palato il corpo è vellutato e avvolgente, sapido nell’allungo e disteso nei tannini nobili e cesellati, lunga la persistenza.

Etna Rosso Contrada Feudo di Mezzo. Un vino longevo dai tannini fitti Etna DOC Rosso 100% Nerello Mascalese. Al naso spiccano i sentori floreali con note che possono variare anche sui frutti rossi. Al palato presenta una grande struttura con tannini fitti e austeri ma non duri. La lunghezza sul finale conferma che ci troviamo di fronte a un vino di grande longevità.


Etna Rosso Contrada Diciassettesalme

Un vino complesso dal finale lungo - 100% Nerello Mascalese. Al naso presenta frutti rossi di bosco come lampone, fragoline e more e vira verso note di erbe come malva, timo e ginepro accompagnato da sensazioni minerali. Al palato è molto ampio, i tannini sono perfettamente bilanciati e il finale è lungo e delicatamente balsamico.

Etna DOC Bianco Contrada Calderara

Un bianco complesso dalla spiccata mineralità - 100% Carricante. Il terreno di Calderara, un misto di pomice nera e basalto, esalta la mineralità tipica del Carricante

Colore paglierino dorato. Sentori di fiori di limone, sambuco, camomilla, bergamotto, salvia e origano fresco che si intrecciano con la pesca bianca e la susina gialla. Al palato sprigiona vitalità salina che valorizza il corpo sinuoso esaltando la ricchezza del finale. Un Bianco destinato alla longevità.

CASTELLO DI SOLICCHIATA

Il castello Solicchiata è da ricordare come il primo taglio bordolese d’Italia vinificato col metodo francese.

Nel 1855 il Barone Felice Spitaleri di Muglia mise a dimora sull’Etna tra gli 800 e i 1.000 metri d’altezza, nel feudo Solicchiata, in ampie terrazze vulcaniche, i vitigni bordolesi Cabernet franc Merlot e Cabernet sauvignon gli stessi che ancora oggi producono questo importante vino. Il Castello Solicchiata ricevette il primo premio all’Esposizione di Londra nel 1888, il Grande Diploma d’Onore e Medaglia d’Oro a Palermo nel 1889, Vienna 1890, Berlino 1892, Bruxelles 1893, Milano 1894 e fu la prima fornitura ufficiale della Real Casa d’Italia. Il Barone Spitaleri ebbe il privilegio di potere innalzare lo stemma reale sul detto castello per il progresso enologico del Regno d’Italia.

Il Barone Spitaleri produsse pure i primi Pinot nero d’Italia, la cui base fornì la formula del primo Etna rosso da lui stesso inventato seguito dall’Etna bianco e la produzione nei migliori terroirs dell’Etna del Boschetto Rosso (Pinot nero) e del Sant’Elia (Pinot nero) premiati a Londra nel 1888, Bruxelles 1893, Zurigo 1894. Fu tra i primi produttori di champagne d’Italia, con lo Champagne Etna, ed in assoluto il primo produttore di cognac italiano, con il Cognac Etna.

1) Il Castello Solicchiata rimane il vino italiano più premiato ai concorsi internazionali e universali del XIX secolo.Il Secondo di Castello Solicchiata è un vino rosso corposo e intenso, nato da taglio bordolese a 800 m di altitudine sulle pendici dell'Etna, vinificato in legno e affinato per 24 mesi in barrique. Il bouquet è intenso e complesso. Il sorso è strutturato ed elegante, di buona sapidità e freschezza, con trama tannica ben integrata

2) Al Castello Solicchiata rimane, ancora fino ad oggi, il primato di cantina italiana più premiata al mondo ai concorsi enologici nazionali e internazionali e tra le prime in Europa con quindici Grandi diplomi d’onore con medaglia d’oro, grande diploma d’onore di S. M. il Re d’Italia, due grandi medaglie d’oro dal Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, nove Primi Diplomi d’onore, trentacinque medaglie d’oro e nove coppe d’argento.

Etna Rosso 'Fragore’ - Contrada Montelaguardia' Donnafugata 2020

Il "Fragore" di Donnafugata è un importante Etna Rosso dal profilo profondo, ampio e corposo, maturato per 14 mesi in barrique. “Fragore” Donnafugata è un’importante versione di Etna Rosso, che si pone tra le migliori eccellenze del territorio. Nonostante l'intensa struttura, mostra una tagliente freschezza, tannini ben affilati e una tipica nota sapida e minerale, che compone anche il bouquet insieme ad aromi di piccoli frutti rossi, liquirizia, sfumature di ceneri vulcaniche, viola e spezie piccanti

Tratto dal testo: “Mille anni di storia dei migliori vini dell’Etna” –  Castello Solicchiata come ha origine il vino di qualità per il nascente Regno d’Italia.

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