Cibo e olio DEVONO andare d’accordo
Nella scelta dell’olio da abbinare al cibo ci si può affidare al proprio gusto oppure si possono seguire delle semplici regole per ottenere il meglio derivante da un abbinamento corretto. Un olio extravergine può esaltare o penalizzare il gusto di ogni piatto.
Iniziamo dalla fragranza, tipica dell’oliva sana e al giusto punto di invaiatura. Essa viene indicata con il termine ‘fruttato’ ovvero l’intensità dei profumi che un buon olio extravergine emana. La scala di intensità è stabilita da norme precise. Il fruttato può essere ‘leggero’, ‘medio’ o ‘intenso’ in base ai sentori di piccante e amaro che l’olio sprigiona.
Il fruttato leggero è morbido, delicato, con leggeri sentori di piccante e amaro.
Il fruttato medio è fragrante, con un buon equilibrio tra sentori amari e sentori piccanti
Il fruttato intenso ha spiccate note amare e piccanti e aromi pronunciati.
Come vanno abbinati?
Il fruttato leggero lo abbineremo a piatti semplici e dal sapore delicato per non coprirne il gusto, mentre, con piatti dal sapore più deciso, utilizzeremo oli dal fruttato medio o intenso.
In Italia esistono oltre 538 cultivar (varietà coltivate di olive da olio). Esse rappresentano il 40% di tutte quelle note nel mondo. Si pensi che la Grecia ne ha soltanto 52 e la Spagna 138.
Ogni varietà ha caratteristiche proprie. Il clima e il terreno in cui crescono influiscono in maniera determinante e anche ogni olio ha una propria identità.