Dimmi come scrivi e…

Dimmi come scrivi e ti dirò chi sei, si potrebbe dire, ma, prima di addentrarci nel campo della grafologia, mi piace fare qualche cenno a quella che è, da millenni, la voglia dell’uomo di comunicare.

Il nostro bisogno di lasciare tracce grafiche della nostra esistenza, il desiderio di trasmettere messaggi risalgono alla comparsa stessa dell’essere umano sulla terra.

Si comunica in tanti modi: c’è il linguaggio verbale e c’è quello iconico, si comunica attraverso la fotografia e attraverso i gesti.

Io mi soffermerò sui gesti grafici. Essi si possono definire gesti intenzionali e non intenzionali e sono questi gesti che, in maniera diversa, manifestano consapevolmente o inconsapevolmente le emozioni, gli stati d’animo e le tendenze di ognuno.

  Oggi viviamo nell’epoca della comunicazione di massa che ha livellato tutta la comunicazione, e la scrittura manuale tende a diventare rara. L’abbandono della scrittura a mano provoca, però,  parecchi danni.

Sono state notate differenze significative tra bambini che scrivono in stampatello, quelli che scrivono in corsivo e quelli che usano la tastiera. In rapporto ai diversi stimoli si associano schemi cerebrali differenti.

Cito testualmente da Virginia Berninger: “I bambini che scrivono a mano libera producono più parole e più rapidamente di quanto facciano coloro che scrivono su una tastiera; inoltre, rispetto a questi ultimi, mostrano una maggiore ricchezza di idee”». Sempre secondo la Berninger, le mani sono “uno degli organi del sistema linguistico”.

Se ne deduce che la scrittura su tastiera riduce gli stimoli di creatività e rallenta la comprensione nella lettura.

Maria Montessori aveva, anche lei, posto l’attenzione sul bambino in rapporto all’utilizzo che fa delle mani arrivando alla conclusione che attraverso il loro uso si va ad influire sull’autonomia, sull’intelligenza, sulla personalità e sul carattere.

La Grafologia, in particolare, è la scienza che studia il complesso meccanismo che sta alla base del gesto grafico. Padre Girolamo Moretti, il fondatore della grafologia italiana, concepisce la scrittura come una diretta registrazione della struttura e della dinamica del cervello e da qui partiremo per fare un’analisi grafologica di un testo scritto.

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Curva o Angolosa?