Chiusura dello storico Istituto religioso S. Anna di Messina

Il 13 gennaio 2025 la Gazzetta del Sud dà la notizia della chiusura dello storico Istituto religioso S. Anna di Messina gestito dalle Figlie di S. Anna , ordine religioso fondato  dalla beata Anna Rosa Gattorno.

Che dire? L’emozione provata nel leggere la notizia della chiusura è un misto di tristezza, emozioni di diverso tipo e rabbia per gli anni che mi sono stati rubati. Nel mio libro Blu Solo descrivo ampiamente la vita di collegio da interna, fatta di divieti, censure, punizioni, chiusura mentale, imposizioni e tanto tanto studio.

Quando si incontrava una suora in corridoio bisognava abbassare il capo e salutare con un Riverisco. Se a tavola non finivi il cibo (mia sorella più piccola ha rischiato di morire per una grave intossicazione) restavi in punizione davanti al piatto fino a che non finiva la ricreazione, Se avevi mal di testa, mal di pancia, mestruazioni dolorose c’era sempre la ‘pillolina rosa’ che ti guariva da ogni male.

Obbligatoria la maglia interna che io mi sono sempre rifiutata di indossare subendo come conseguenza punizioni e minacce di espulsione.

Il tempo dedicato allo studio era totale. Non esistevano distrazioni. Frequentavo il liceo classico. Vietato leggere quotidiani o riviste di qualunque genere, vietato ascoltare la radio, vietato vedere la televisione, vietato uscire. Le finestre erano oscurate a metà per cui si poteva guardare il cielo ma non la strada.  I genitori si potevano incontrare una volta al mese in parlatorio ed era concesso che ti portassero fuori per un pranzo una volta tanto ma, siccome io ero sempre in punizione, quasi mai ho usufruito del permesso della libera uscita.

Ricordo un episodio in particolare. Un anno, non so come e perché, ci è stato permesso di vedere David Copperfield, sceneggiato in 8 puntate del grande Anton Giulio Majano. Era il ’66 credo. Bene fin qui. Era la prima volta che accadeva. La nostra amata suora, quella che praticamente era responsabile di noi alunne, ha pensato bene, maleficamente, di punirci per qualcosa successo durante il pomeriggio di studio. E come, secondo voi? Poco prima della messa in onda dell’ottava puntata dello sceneggiato si presenta a noi disgraziate dichiarando con fare spavaldo “Andate a letto, stasera niente televisione! Siete in punizione”. Ehhh??? Avevamo capito bene? Nottata infernale. Rivolta! A turno andavamo al bagno e scaricavamo l’acqua sbattendo le porte. La suora correva a rimproverarci ma noi rispondevamo che qualcosa a cena ci aveva fatto male. La mattina lei era uno straccio, noi soddisfatte della vendetta.

Di quegli anni trascorsi in Istituto, mentre frequentavo il liceo classico, mi manca tutto ciò che avveniva fuori, nel mondo esterno. Mi manca la musica, la politica, i gossip, il cinema, i flirt. Mi manca inoltre il tempo non condiviso con la famiglia, con i cugini, e quello non vissuto con la sorellina appena nata.

Ricordo che di nascosto un’amica mi aveva portato a scuola una radiolina perché volevo ascoltare Bandiera gialla, trasmissione dedicata alle novità mondiali della musica, che andava in onda il sabato pomeriggio. Mi nascondevo nel bagno e sognavo ascoltando. Ma un giorno, mentre ero a lezione, (la mia aula, se ricordo bene, era al quinto piano, io dormivo al piano di sopra e mangiavo al quarto), la radiolina è scomparsa. Qualche suora l’aveva trovata. Viene avvisato mio padre con l’ennesima minaccia di espellermi dall’Istituto. Gioia grande ogni volta. Allora ci riprovo, mi dicevo. E lo facevo, ma purtroppo sono rimasta lì.

Non c’erano contatti con l’esterno. Soltanto la mattina in classe incontravamo le compagne che venivano dall’esterno e a loro chiedevo di raccontarmi come funzionava con i ragazzi, delle loro prime esperienze, dei loro incontri furtivi, della paura che si aveva ad essere scoperte dai genitori, dei primi baci. Vivevo di racconti. Oggi li scrivo.

Questo è soltanto un brevissimo cenno a quegli anni, in BLU SOLO c’è molto di più.

Oggi difficilmente si può entrare in quell’atmosfera e provo ancora rabbia per non aver osato di più.

No, non è stato un bel periodo ma non posso non ricordare con affetto una suora in particolare, la mia carissima e stimatissima suor Anna Innocenza, docente di Storia dell’Arte,  con la quale i rapporti sono rimasti costanti e affettuosi fino alla sua morte. Grande insegnante e dotata di grande intelligenza. La andavo a trovare, accompagnata dalla mia amica Nica - anche lei interna per due anni al Sant’Anna, ancora e per sempre mia amica carissima – presso l’Istituto di via Merulana a Roma. Conservo con rispetto le sue lettere di sostegno e conforto nei momenti difficili della mia vita.

Una volta andata all’università, per gustare appieno il senso di libertà riconquistato, vivevo fuori casa tutto il giorno e spesso anche la notte. Studiavo in Facoltà o presso la Biblioteca Alessandrina. Esami regolari, ottimi voti, vita spensierata, tanti amici, un fidanzato. Dovevo vivere al massimo per riconquistare almeno in parte il tempo perduto.

Mi dispiace comunque che abbiano chiuso l’Istituto perché ogni fine è dolorosa e sicuramente è una pesante perdita per la comunità messinese, considerando anche che l’offerta culturale era ad un ottimo livello.

 

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Anche lui? E l’onorevole non era altri che il nostro presidente Oscar Luigi Scalfaro.