L’angolo della poesia.

A tavola con me

Scrivo per sentirmi fuori dal tempo. Quando scrivo non sono più né vecchia né giovane.

Non sono condizionata dalle rughe o dalla cellulite o dalla taglia che indosso. È solo il mio cervello che conta, la mia mente. Sono padrona del tempo.

Posso chiamare a gran voce ‘mammaaa’, ‘papàaaaa’ e non tener conto del fatto che il loro tempo è finito quando erano più giovani di me e che io sono anagraficamente più vecchia ma nei loro confronti per sempre bambina e loro saranno sempre la mia mamma e il mio papà al di fuori del tempo.

Tempo annullato.

E sono libera di amare. Sono i miei sentimenti ad essere liberi.

Che importa se lui è più giovane, se il senso comune della concezione del tempo si scandalizza, se il senso comune del pudore si erge a giudice? Sono sempre io la padrona dei miei sentimenti, del mio cuore. Amo chi decido di amare e se lui non lo sa io sono comunque libera di provare attrazione, di desiderare, di possederlo mentalmente.

Non è il sesso il padrone del mio tempo e il pensiero non deve tradursi in atti concreti.

Sarebbe già una limitazione.

Penso e scrivo e la scrittura è mia. Scrivo per me. Sono autrice di me stessa.

Possiedo una ricchezza inquantificabile che nessuna legge dello Stato può tassare. E, per favore, non cadiamo adesso in sottigliezze filosofiche per dimostrare il contrario, perché questo è quello che scaturisce dalla mia mente, ed è soltanto la sua libertà di pensiero che conta.

È la mia mente la vera padrona: libera, spregiudicata, impertinente, arrogante, sfuggente, sensibile e prepotente, scandalosa e pudica, imprendibile e seducente. Penso ‘mi piaci’ non soggiacendo ad alcuna regola e tu non puoi fare nulla per impedirlo e io ti sfido, ti possiedo. La mia mente tipossiede. Fa di te quello che vuole. Ti punisce, ti premia, ti veste e ti sveste, ti accarezza e ti fa male allo stesso tempo. Ti rende impotente.

La potenza del mio pensiero è lì. Ti avvolge, ti stringe e tu non hai gli strumenti per liberarti e nessun giudice mi può condannare. Il pensiero che non ha bisogno di tradursi in atti concreti ha potere illimitato.

Se scrivo cose vere che potrebbero toccare qualcuno, posso sempre utilizzare la formula ‘ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale’ e sono legalmente a posto.

Tutte cazzate!

Certo che mi riferisco a fatti e persone.

Sto parlando di te con te.